Carrè di agnello in crosta
Tempo di preparazione: 35 min.
Difficoltà: media
Segreto: crosta
Questa
faccenda della crosta sta diventando un po’ controversa: di cosa parliamo
quando parliamo di crosta?
Patate?
Sale? Pane? Pistacchi? Semi di papavero? Erbe aromatiche? Olive?
È evidente
che le possibilità sono numerose. Dopo attente valutazioni, ho deciso di
rivestire il mio carrè di agnello con un trito di timo, rosmarino, pepe nero e
sale rosso delle Hawaii.
Altre due
parole le merita il carrè, taglio prezioso e difficilmente reperible sugli
scaffali dei supermercati italici. A dirla tutta è proprio l’agnello ad essere
merce rara: pur avendone già ampiamente dibattuto- vedi qui– si può
tranquillamente affermare che la scelta è generalmente ridotta a cosciotto d’abbacchio
da fare al forno con le patate a Pasqua, costolette da fare scottadito e
arrosticini di pecora da fare alla brace, tipo sagra di Corropoli (imperdibili
comunque le polpette di arrosticini di pecora alle spezie da cous-cous). A
Vienna invece il Lamm è piuttosto popolare, e il professionista può
tranquillamente indulgere nei peccati di gola senza dover ricorrere a mezzucci quali
il macellaio di fiducia ed i servizi che i di lui coltelli possono offrire per
l’ottenimento dell’agognato pezzo di agnello con le costolette in cima effetto
cresta-punk. (Ammesso che i punk esistano ancora).
Procedete così: tritate al coltello abbondante
rosmarino e timo- le foglioline e non i rametti- e unitelo ad un pestato di
pepe nero, sale rosso delle Hawaii e pan grattato. Sia il pepe nero che il sale
rosso (se non lo avete potete usarne in fiocchi o sale rosa dell’Himalaya o in
ultimo- ahimè - grosso normale) vanno pestati grossolanamente, senza
raggiungere un’eccessiva finezza. Aggiungete olio d’oliva extra a filo fino a
raggiungere la consistenza di una pappetta che possa aderire agevolmente alla
carne dell’agnello. Il bilancio di questo mix è fondamentale per la buona
riuscita del piatto: suggerisco un rapporto 1:1:2:2 rispetto al
sale-pepe-pangrattato-erbe aromatiche. A proposito di queste ultime: timo e
rosmarino sono ottime con l’agnello, qualcuno utilizza anche menta e
maggiorana. Fate voi.
In una
padella antiaderente scaldate due cucchiai d’olio d’oliva extra e fate scottare
il carrè un minuto per lato. Mettete via e fate riposare qualche minuto. Su un
tagliere ampio distendete il gratin e fateci rotolare sopra il vostro carrè
scottato in padella. Fate aderire il gratin in maniera omogenea, aiutandovi con
le dita. Lasciate riposare qualche minuto prima di infornare a 220° C. Per una
cottura rosè bastano 15 minuti, se lo volete ben cotto- sigh!- ve ne occorrono
20.
Per i funghi: nella stessa padella dove avete
scottato il carrè, sciogliete una noce di burro alle erbe assieme ad un paio di
spicchi d’aglio. Calate gli champignons tagliati grossolanamente e fate andare
a fuoco vivo per 7-8 minuti.
Impiattate
adagiando graziosamente i funghi accanto al vostro carrè.
Consiglio del Sommelier: un piatto del genere- che ha
tutto, sapidità, aromi, grassezza, sentori speziati- chiama un rosso di
altrettanta prospettiva. Per me optare per uno Malbec argentino del 2010- Salentein-
è stato un gesto automatico.
Enjoy it!
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