Tortino al cioccolato
Tortino al cioccolato |
Tempo di preparazione: 30 min.
Difficoltà: media
Segreto: musiche dei
Doors.
This is the end, beautiful
friend
The end
This is the end, my only
friend
The end
Così
come Francis-Ford, anch’io ho bisogno di Jim Morrison per sottolineare cosa c’e’
oltre l’Apocalipse. Se in Cambogia
bisogna attraversare il fiume Nung, per il tortino al cioccolato si tratta di
scavare attraverso il fragrante strato superficiale leggermente innevato di
zucchero a velo per arrivare alla risposta, al di là della quale c’è solo un
finale tragico.
La
risposta del tortino al cioccolato è un caldo, liquido e fumante cuore di tenebra. E se così non fosse,
tutto ciò che rimarrebbe è sarebbe l’orrore. L’orrore.
Per
tre tortini belli sostanziosi, unite due
uova intere a un tuorlo e
mescolatele con il sostegno di una frusta elettrica a 90 grammi di zucchero a velo. Andate avanti fino a quando non
otterrete un composto spumoso (ci vorranno almeno 10 minuti). Nel frattempo
sciogliete a bagnomaria 150 grammi di cioccolato
nero fondente (io ho usato un mix in parti uguali di cioccolato al 70% e
all’85%- con una tale proporzione, il vostro cuore di tenebra risulterà quasi
amaro, a concluderne la drammatica metafora esistenziale). A metà processo di
fusione aggiungete burro per circa 70-80 grammi, ricordandovi di
mantenere, per quantitativi maggiori o minori, sempre questo rapporto di due a
uno in favore del cioccolato. Quando avrete ottenuto un composto bello cremoso
e omogeneo, mescolatelo alla miscela di zucchero e uova, aiutandovi con una
spatola. Fate attenzione a non mischiare il cioccolato fuso troppo caldo per
non rischiare di “cuocere” l’uovo. Aggiungete infine 20 grammi di farina
setacciata e 10 di cacao in polvere. Amalgamate bene. In tre pirottine da forno
precedentemente imburrate e spolverate di cacao in polvere, versate il composto
fino a un centimetro sotto l’orlo. Il tortino al cioccolato infatti, è
destinato a crescere una volta infornato.
Il
composto può essere aromatizzato in vari modi (vaniglia, arancia o, per più
temerari, spezie tipo curcuma, zenzero e cumino) oppure potete utilizzare cioccolato
già aromatizzato, ne esistono un’infinità (interessante potrebbe essere la
variazione al peperoncino).
Le
pirottine riempite possono essere conservate per tre giorni in frigo oppure
congelate e conservate fino a tre mesi.
Per il forno: ovviamente dev’essere già
caldo quando andrete a infornare le pirottine. Le temperature sono soltanto
indicative, io direi 170°C se ventilato, qualcosa di più se statico. Vedrete il
tortino al cioccolato gonfiarsi e addirittura bombarsi. E’ fondamentale non
superare una certa fase al di là della quale il cuore di tenebra da caldo,
liquido e fumante non sarà molto di più di un simpatico pandoro al cioccolato.
Se state partecipando a Masterchef, allora cuocetene uno preventivamente
prendendo i tempi con un cronografo El Primero, e poi procedete con gli altri
due secondo uno schema a matrice. Altrimenti affidatevi all’istinto: non meno di dodici minuti, non più di
quindici. Non apritelo mai durante la cottura. Se state utilizzando delle
pirottine in ceramica da forno- e non delle tragiche e sottilissime formine di
stagnole usa e getta- tenete da conto che una volta estratte si manterranno
calde, continuando a cuocere il tortino fino a quando non verrà estratto. Ed è
anche vero che prima di venire estratto, il tortino deve riposare almeno un
minuto. Aggiungete quindi un minuto di cottura fuori dal forno nel vostro
calcolo.
Per l’impiattamento (in cucina come in inglese, ogni sostantivo può diventare verbo e viceversa): passate un coltello a lama sottile a filo con la pirottina per facilitarne la fuoriuscita, rovesciatelo su un piatto e innevatelo con abbondante zucchero a velo. Potete accompagnare tortino al cioccolato con frutta fresca, crema pasticcera o gelato alla vaniglia. Io ci ho messo vicino due fettine di arancia per allargare l’area degli abbinamenti impossibili alla dimensione ipercube.
Consiglio del Sommelier: tortino al cicoccolato è un
dessert forte, con una componente di grassezza estremamente difficile da lavare
via con le bevande alcoliche a gradazione media con le quali si tende a
pasteggiare. Conviene perciò, se si vuole essere rigorosi, fare uso di bevande
alcoliche forti (tenete però lontano dal mio tortino al cioccolato la grappa,
barricata o non che sia). Vanno benissimo Cognac (Hennessy, XO etc.) e Whisky
(menzione d’onore per il giapponese Nikka, un mostro da una cinquantina di
gradi). Per stare alla didattica, il cioccolato vuole il Barolo chinato. Io ci
ho bevuto un mezzo calice di Amarone della Valpolicella, che il lavoro suo l’ha
fatto grazie ad una gradazione alcolica vicino ai 18 gradi e una persistenza
tale capace di reggere l’urto del tortino al cioccolato.
The end.
In francese ti seduce anche solo il nome: "mi-cuits au chocolat noir"!
RispondiEliminaOpto assolutamente per l'Amarone :)
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