Spaghetti di riso con gamberi
Tempo di preparazione: 20 min.
Difficoltà: bassa
Segreto: non desiderare una cottura
al dente.
Vista
la crescente diffusione di liste in giro per la rete- frequentemente sotto
forma di biblici decaloghi- mi sembra del tutto naturale esprimermi per dogmi scolpiti
su pietra. Se in effetti un dio-chef,
con la faccia di Gordon Ramsey, il fisico di Gege’ Depar-dieu e la sacra
parannanza di Heinz Beck, avesse dettato le tavole della legge in cucina
direttamente da Monte Mario, sulla terrazza de La Pergola, “Non desidererai
altro che uno spaghetto al dente” avrebbe senz’altro trovato posto.
E’ in
questo senso che agli occhi dei catto-gourmet,
de i paladini della carbonara, dei templari della cacio e pepe, degli
evangelisti del picchio-pacchio e degli inquisitori dell’amatriciana, gli spaghetti cinesi non appaiono in altro
modo che come un sacrilego atto di blasfemìa.
Detto
che mi riprometto di dettare i dieci
comandamenti in cucina- posseduto dallo spirito di Joe Bastianich- per gli
spaghetti di riso con gamberi alla fine, quello che ci vuole, è un atto di
fede.
Oltre
che agli spaghetti di riso e ai gamberi sgusciati, avrete bisogno di un Wok, di una radice di Ginger (sapete, quella
roba che in Italia chiamiamo zenzero), di salsa di soja dolce (e’ quella che
mettete sul sushi e si differenzia da quella salata che mettete sui ravioli al
vapore), di salsa di pesce e di
varie verdure tra le quali non possono mancare vermicelli di soja, cavolo
cinese (in alternativa usate insalata cappuccia), cipolla rossa, zucchine,
carote e funghi. Non male ci stanno i peperoni verdi, il bambù e ovviamente
tanto, tantissimo aglio, meglio se quello cinese, privo di spicchi (e
conseguentemente di espressioni tipo “aglio in camicia” o “aglio vestito”) ma
dotato solo di testa (da cui la famosa espressione cinese “testa di aglio”,
affermazione non insultante che si riferisce a persona particolarmente dotata di senso della conversazione).
Procedete così: sul fondo del vostro Wok,
scaldate due-tre cucchiai di olio di sesamo (o di altro tipo, tranne che olio
d’oliva e men che mai burro), assieme all’aglio e un bel po’ di zenzero fresco
grattugiato. Fate soffriggere leggermente e calate poi i gamberi già sgusciasti
ma ancora dotati di coda. Fateli saltare allegramente per due-tre minuti.
Togliete e mettete da parte. Calate quindi le verdure tutte insieme e fatele
saltare per sei-sette minuti, dopodiché sfumate con la soja dolce e aggiungete
la salsa di pesce. E’ questa a dare la sapidità finale al piatto: se non ce
l’avete, potete far ricorso alla classica salsa di soja salata.
Nel frattempo, in abbondante acqua bollente
leggermente salata, immergete i vostri spaghetti di riso (io non li ho
preparati freschi- operazione teoricamente possibile con il semplice utilizzo
di farina di riso e acqua) e attendete solamente che si ri-ammollino prima di trasferirli nel wok assieme a mezzo mestolo
di acqua di cottura. Nel caso in cui- per qualche ragione inspiegabile a queste
latitudini- disponiate di spaghetti di riso freschi, potete saltare il
passaggio in pentola e calarli direttamente nel Wok. In ogni caso, una volta
nel wok, dovete saltare, saltare e saltare, aggiustando di soja e stracciandovi
in mezzo un uovo intero. Verso la fine del processo, aggiungete i gamberi e il
liquido di cottura che li accompagna. In ogni caso, come detto, scordatevi di
ottenere degli spaghetti al dente.
Impiattamento finale: il piatto fondo si usa solo
quando gli spaghetti di riso sono serviti a zuppa. In questo caso invece, ci
vuole un piatto piano, magari uno di quelli carini in stile orientale che vi ha
regalato la cugina vegetariana appassionata di tofu e letture namiorenghenkiologiche. In ogni caso,
tenete lontani i miei spaghetti di riso dal servizio di porcellana alsaziana
che vi ha regalato la suocera il giorno del matrimonio. Direttamente nel piatto,
spargete abbondante coriandolo tritato al coltello e peperoncino in polvere. Ovviamente,
spaghetti di riso con gamberi va rigorosamente consumato con le bacchette.
Consiglio del Sommelier: detto che la porcellana
alsaziana mal si abbina con gli spaghetti di riso, altrettanto non si può dire
dei vitigni aromatici che prosperano da quelle parti, tra la Francia e la
Germania. Spaghetti di riso con gamberi è infatti un piatto sapido, con note
aromatiche, tendenza dolce e bassa grassezza/untuosità. Forse un po’ privo di
succulenza intrinseca, troverà il suo compimento con un vino bianco fresco
(freschezza=acidità) con note fruttate e floreali e buona mineralitá. Un
Traminer, per esempio, o un Muskateller. Particolarmente ardito- ma sottile-
l’abbinamento con un Sauternes.
In
ogni caso,
慢慢用!
Hai osato mettere alla berlina l'imponente Gegé per un piatto di spaghetti cinesi del piffero? Sei perdonato visto l'aspetto cosí invitante
RispondiEliminaOh finalmente riesco a passare da te! E sto pure sorridendo davanti allo schermo del pc, che sembro un'ebete, perché i tuoi post sono davvero divertenti oltre che interessanti. Grazie per essere passato da me, così la curiosità mi ha spinta sul tuo blog e ho trovato una piacevole sorpresa.
RispondiEliminaOra mi è pure venuta voglia di spaghetti cinesi, ma direi che, essendo quasi ora di merenda e non avendo tutti gli ingredienti necessari (no, non ne ho proprio nessuno, perché la salsa di soia è pure quella salata :D), lascio perdere :)
A presto!