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Insalata di sgombro e pomodori secchi


Tempo di preparazione:  5 min.

Difficoltà: bassa

Segreto:  livello della conversazione

I rischi nascosti dietro questa semplice ricetta sono molteplici. Innanzitutto è un’insalata senza essere solo un contorno. Sia nell’uno che nell’altro caso molte insidie vi si celano: quando infatti fa da contorno, l’insalata diventa insalatina, quando invece è di per sé un piatto di portata- leggi main-dish – assurge al ruolo di insalatona.
L’insidia del primo caso- la più grave almeno, sopravvolando sull’abuso dei diminutivi a tavola- è che venga suggerita per le sue caratteristiche cromatografiche, dietro espressioni tipo:” una bella insalatina… che sgrassa o/e che ti pulisce la bocca (sic!)”. Ma nonostante il negativo impatto sulla conversazione ed eventualmente sul dopo-cena (ci sono poche cose meno sexy di un suggerimento come "ti pulisce la bocca"), l’insalatina rimane un peccato veniale.

Molto maggiori sono invece le implicazioni dell’insalatona, uno dei mali assoluti a tavola. 
Piatto a connotazione originariamente femminile ma ora sicuramente trasversale, l’insalatona reca con sé una serie di significati, una vera e propria filosofia di vita che sarebbe impossibile e persino pericoloso riassumere in questo modesto blog. Magari potrei  tentare una breve carrellata degli psico-tipi che ne fanno uso (dalla signora-dopo-squash al mister-salva-la-balena) oppure collegarla con tutta un’altra serie di fatti tragici - tipo la zuppa di farro, la rucola coi pachino e l’aceto balsamico, la pizza all’ortolana, il tramezzino tonno e carciofini etc. etc.- ma in fondo, cui prodest (giusto un po’ di latino per dare colore alle polpette)?

Atteniamoci al piatto, perché non è finita. Infatti la base di partenza di questa insalata è l’archetipo di tutte le insalate: l’insalata di tonno. Per sapere come la interpreto io, cliccate qui.
In questo caso però il tonno è sostituito dallo sgombro, il più bistrattato dei pesci azzurri. Almeno per ora, perché molti segnali mi dicono che lo sgombro sta per diventare il prossimo ingrediente cool. Ma non è questo che mi preoccupa, almeno in questo momento. Quello che lo sgombro porta con sé di pericoloso è, ancora una volta, l’impatto sulla conversazione (per ulteriori chiarimenti vedi anche sgombro rosso non avrai il mio scalpo). Trattandosi di pesce azzurro, oramai grazie all’inserto di Repubblica ed al Tg2 Salute tutti sanno che contiene gli omega tre e che la cosa è per qualche ragione benefica per la salute. I più temerari si azzardano a dire che fa bene al cuoree alla circolazione mentre i sapientini nominano quella cosa lì, l’Argomento per eccellenza (insieme alla stitichezza) delle tavole nostrane: il colesterolo. Quanti tra questi sappiano effettivamente perché gli omega tre (acidi grassi polinsaturi caratterizzati da tre doppi legami anziché due, coinvolti in una certa cascata dell’acido arachidonico che genera trombossani anti-aggreganti) siano effettivamente legati al rischio coronarico e si contrappongano in qualche modo all’accumulo di precipitati di colesterolo lungo le pareti arteriose, non è dato saperlo e francamente è irrilevante.
Il concetto finale a disposizione delle masse è SGOMBRO=FA BENE.
Anche qui, partendo da un semplice ingrediente gustoso -perché lo sgombro è buono- si arriva ad una filosofia di vita con implicazioni pedanti e voglia di totalitarismi. Il vegano è già sull’uscio di casa.

Procedete così: prendete la vostra bella misticanza, tagliate a rondelle sottili una cipolla rossa e calate due bei tranci di sgombro sott’olio. Affettate i pomodori secchi -qui nel ruolo di nemesi dei pachino- e mischiate tutto, condendo con sale, limone e olio extra.
In quest’ordine. Va bene anche aceto bianco.
Tenete lontano da questa insalata l’aceto balsamico. Come dice il detto ci vuole un saggio per il sale, un parco per il limone, un generoso per l’olio ed un pazzo per mischiare. Se soffrite di personalità multipla, beh, è arrivato il momento di tirarla fuori!

Consiglio del Sommelier: Insalata di sgombro con pomodori secchi è un piatto sapido con una certa freschezza (data dal limone). Certo la persistenza non è il suo forte, quindi consiglierei una birra chiara, leggera o, se proprio volete fare i salutisti, una bibita al the verde fredda.

Enjoy it!

 

Commenti

  1. Il detto su come bisogna condire l‘insalata è da sempre uno dei miei preferiti e quando ero piccola mi piaceva immaginare la fase conclusiva, quella affidata al pazzo ;) Per quanto riguarda i dettami salutisti in materia di alimentazione si potrebbe star qui ore a discutere. Sulle mode in cucina poi...non ne parliamo (v. diminutivi e accrescitivi). Ciao. Mari

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