Insalata di tonno
Tempo di preparazione: 10
min.
Difficoltà: bassa
Segreto: riabilitazione
Due gocce di aceto balsamico hanno appena macchiato
le foglie di rucola. Appena sfiorati, due pomodorini ed una mozzarellina. Le
dite della mano che versa l’aceto sono cariche di anelli colorati. Nessuna fede
nuziale. La donna e’ una delle tante adepte che indulgono nel rito della
nostra-signora-insalatona-dopo-squash (o tennis). Le promesse di un ridotto
introito calorico, unitamente all’autocompiacimento generato dalla presenza dei
pilastri della deriva pressappochista del mondo dei siamo-tutti-gourmet- vale a dire quelle mozzarelline, quelle
rucole, quei pachino (che poi pachino non sono) e di quell’aceto balsamico che
sorreggono il FNLMBRPAB- hanno da tempo fatto delll’insalatona uno dei piatti
più in voga. La si può gustare (?) nelle clubhouse
di pretenziosi circoli sportivi in zona Cassia-Flaminia, così come tra i banchi
di modesti snack-bar, mense aziendali e terrazze private. Per riabilitarla, ho
deciso di riprodurne un esemplare raro e pregiato, dotato di caviale e tonno
rosso- rigorosamente non-radioattivo- e di fotografarlo direttamente in
terrazza, alla luce del sole.
Procedete così: filetto di tonno rosso
freschissimo scottato velocemente ai ferri. Quest’operazione- come già ampiamente illustrato –è tutt’altro che banale ed è l’unica difficoltà
dell’assemblaggio di questo piatto. A cottura raggiunta, producete la vostra
tagliata ed insaporitela con olio, sale e lime. Impiattate. L’insalata- che
avrete precedentemente condito a parte – va adagiata accanto alla tagliata di
tonno ma, se proprio non potete farne a meno, può anche funzionare da letto.
Per quanto riguarda il condimento – dal quale ovviamente risulta bandito
l’aceto balsamico- rigorosamente in sequenza sale, lime (o limone) e olio: il
sale infatti viene sciolto dal lime che poi si emulsiona nell’olio (in questo
caso rigorosamente extravergine d’oliva). Come dice quel detto, ci vuole un
giusto per il sale, un avaro per il lime, un generoso per l’olio ed un pazzo
per mischiare.
Direttamente nel piatto, adagiate mezzo uovo sodo
tagliato a metà e fate altrettanto con un paio di pomodorini ciliegini.
Per il caviale: abbondante (non come al
Petrossian del Bellagio), in cima alla tagliata e sopra l’uovo sodo, nobilita
il vostro piatto soprattutto se consumato su una esclusiva terrazza in un
giorno di sole. Ovviamente, per una versione piú ecosostenibile, potete
utilizzare anche le uova di lompo, il famigerato succedaneo del caviale. Tutto
fattibile, tranne per la vista dalla terrazza: quella è, per definizione,
personale.
Consiglio del Sommelier: per
questo piatto, ricco di freschezza e sapidità, ci vuole un bianco di una certa
struttura o meglio ancora, uno champagne, rigorosamente brut.
Enjoy it!
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