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Risotto porcini e tartufo


Tempo di preparazione: 20 min. (escluso il brodo)

Difficoltà: medio/alta

Segreto: tanto tartufo. E utilizzo sapiente della parola “Vialone nano”.

“Ancora tartufo? Oddìo, basta…”(Antony Bourdain).

Come se piovesse, il tartufo, nella mia personalissima valutazione, è un aroma, alla pari del timo, del basilico, del cumino o dell’anice stellato. Necessita quindi di un supporto ricco di sapori in grado di abbracciare quell’aroma così caratteristico che fa di questa ghianda sotterranea una merce di grande pregio.
Me ne sono procurato un bell’esemplare maschio, nero-o forse dovrei dire di colore?- al Naschmarkt di Vienna, contrattando in un gergo apparentemente internazionale con improbabili interlocutori senz’altro caucasici; ne proponevano persino una versione cheap- pare rumena- ed erano anche in grado di offrire un tartufo WASP.
Superando quindi tutti gli imbarazzi determinati dall’applicazione di concetti politically correct alla determinazione cromatica del tartufo, senza timore bisogna grattarne sul piatto fumante in quantità industriale. Per chiarirsi, 20 grammi di tartufo afro-americano vanno bene per 2/3 persone (A Vienna lo danno via a 2200 euro al chilo, fate un po’ voi il calcolo di quanto vale questo piatto).

Per il brodo: per un risotto che si rispetti, preparatevi un litro di brodo di carne, buttando in pentola una cipolla, un paio di carote ed un rametto di sedano insieme ad un pezzo di manzo da brodo, il top sarebbe un bel midollo. Cercate comunque dei pezzi con l’osso: è infatti lì che abita il sapore e non altrove. Fate andare per un’ora almeno dalla ripresa del bollore schiumate ogni tanto e non dimenticate di salare. A cottura ultimata provvedete a filtrare il vostro brodo con un colino a maglie strette ed un velo di carta assorbente.

Per i porcini: puliteli a secco, con un pelacarote per il tronco ed un panno umido per le teste. Fateli a pezzettini e saltateli in una padellina con olio aglio e sale. Basteranno 6/7 minuti per ottenere un intingolo bello succulento.

Per il risotto: tritate finemente una cipolla e fatela imbiondire in una padella bella larga insieme a burro e olio extra - burro E olio non burro O olio - dopodiché calate il vostro risotto per tostarlo. Ovviamente potete affidarvi alle etichette e scegliere il riso dichiaratamente da risotto (carnaroli superfino in genere) oppure, se proprio volete darvi delle arie comprate il vialone nano: l’uso al momento giusto di questo termine infatti, farà di voi agli occhi di sprovveduti consumatori di melanzane alla parmigiana, mozzarella di bufala e derivati della rucola degli esperti e consumati pirati dei sette mari della cucina.

Dunque girate e tostate per un paio di minuti e poi bagnate col brodo.
Bagnate, non allagate, il riso deve sudare non nuotare in un oceano al sapore di midollo.
Appena si asciuga ribagnate e per i primi 7\8 minuti non toccate il riso. Poi, attaccate con il cucchiaio di legno e cominciate a girarlo: in questa fase la cuticola amilacea che riveste il chicco si rompe e si scioglie conferendo al vostro manicaretto la desiderata consistenza cremosa. Potete calare adesso i vostri porcini e procedere con la cottura fino al quindicesimo minuto.

Monter au beurre: lontano dal fuoco, abbondante parmigiano e un ciocco di burro devono fondersi graziosamente nel vostro risotto: fate in modo che ciò avvenga delicatamente, evitando shock termici. Lasciate riposare pochi minuti, impiattate e procedete con il tartufo, grattuggiandolo con la parte che normalmente utilizzate per la scorza di limone.

Decorate con un rametto di timo e godetevela.

Consiglio del Sommelier: Champagne, che te lo dico a fare. Risotto porcini e tartufo ha succulenza, sentori speziati, sapidità e grassezza. Niente rosso, quindi, ma bollicine e di ottima fattura: tra una valutazione del perlage ed un esame cromatico del tartufo, lasciatevi sfuggire ad uso e consumo del malcapitato di turno, una sorridente constatazione della qualità del vialone nano.

Enjoy it!

Commenti

  1. oh, tu che m'hai preso l'anice, se una non si trova nei pressi di Vienna, ma più verso il centro Italia, tipo a metà, dove si procura un tartufo decente? ho provato un paio di volte in gioiellerie camuffate da delicatessen, ma è andata malissimo... hai qualche fonte attendibile?

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  2. Mi sa che la gentiile Isadora abbia bisogno di una risposta...io se posso, esperta per osmosi con Andreas ti consiglio botteghe esperte di delikatessen centro citta', non cito ne confermo luoghi da frequentare...Andreas compra e Andreas fa!

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  3. Al mercato coperto al Flaminio. C'è un bancone che offre solo prodotti pregiati, perlopiù frutta esotica, che capita abbia i porcini. Se sei fortunata ha anche il tartufo. Chiedi di Maurizio. Passa prima in banca e fatti autorizzare un mutuo.

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    1. Grazie. Provvederò anche per il mutuo, tanto ne devo giusto chiedere uno per ristrutturare casa... farò passare il tartufo per un pregiato marmo da rivestimento. :)

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  4. Che ridere il tartufo con il mutuo sei anche simpatico

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