La vera ricetta del timballo abruzzese
Timballo abruzzese |
Tempo
di preparazione: oltre due ore
Difficolta’:
elevata
Segreto:
quantitativo di acqua nelle scrippelle
La vera ricetta del timballo abruzzese senza pallottine,
sia detto subito e messo agli atti. In generale, sono contrario alla fissazione
di quelli che, ossessionati dall’appartenenza regionale, passano il loro tempo
alla ricerca della ricetta autentica del caciucco livornese, dei peperoni
ripieni o del baccala’ mantecato. Baccala’ mantecato del quale esiste persino
una confraternita a protezione dello stesso, con tanto di riti d’iniziazione,
gerarchia massonica e eventi in stile festa in maschera di “eyes wide shut”. Tanto
per dire i livelli da inquisizione spagnola che la ricerca del vero in cucina
puo’ raggiungere, senza che nessuno si faccia male.
Ma in questo caso, ho ritenuto necessario fare appello
alle tradizioni di famiglia per fare giustizia su un vero e proprio falso mito
in cucina, secondo il quale la cucina abruzzese sarebbe una cucina cafona e
pesante. Benché la digeribilità delle salsicce di fegato sott’olio e delle
mazzarelle (involtini di verza e coratella, per i non addetti ai lavori) sia in
qualche modo possibile oggetto di discussione, ci sono esempi nella cucina
abruzzese di luminosa raffinatezza. In effetti, dopo aver detto delle “scrippelle‘mbusse”, ho ritenuto fosse il momento di introdurre il timballo.
Il timballo abruzzese e’ la versione colta e raffinata di
uno dei campioni assoluti della cucina italica, la lasagna bolognese, che da
pesante stratificazione di sfoglia all’uovo e’ assurta a stereotipo
internazionale di cucina facile, al pari della pizza, della schnitzel, del
kebab e degli spaghetti-bolognese (quest’ ultimi, a dire il vero, inventati di
sana pianta dai ristoratori pseudo-italici intorno a San Pietro, per accontentare
le richieste dei turisti tedeschi e americani, a conoscenza delle tradizioni
culinarie peninsulari soprattutto grazie ad un certo tipo di filmografia mafioso-italo-americana).
Il
segreto del timballo e’ da ricercarsi, naturalmente, nelle scrippelle, che
altro non sono che sottilissime crepes fatte di uova, farina 00, acqua e latte.
La raffinatezza delle stesse aumenta all’aumentare del quantitativo di acqua
che vi si riesce ad includere a sfavore del latte, tant’e’ che i puristi
arrivano ad ipotizzare un timballo costituito esclusivamente da scrippelle su
base acquosa.
Ecco la mia personale ricetta per circa 12-15 scrippelle (il numero di scrippelle e’
inversamente proporzionale allo spessore della scrippella stessa), sufficienti
per preparare una teglia da quattro porzioni di timballo:
2/3 uova
200 grammi di farina 00
200 ml di latte
400 ml di latte
Per preparare l’impasto, setacciate due volte la farina
attraverso un setaccio a maglie strette. In questo modo eviterete grumi.
Aggiungete un po’ alla volta prima il latte, mescolando alacremente, e poi l’acqua.
Per amalgamare il tutto, potete aiutarvi con una frusta. A questo punto potete
aggiungere le uova (due son poche e tre son troppe, in questo caso: vale a
dire, che raddoppiando il quantitativo, cinque uova e’ il numero perfetto per
30 scrippelle). La miscela cosi’ ottenuta, va posta in frigo a riposare per
almeno una mezz’ora.
Per preparare le scrippelle, prendete la padellina di
riferimento e scaldatela a lungo. Questo passaggio e’ fondamentale. Succede che
le prime due scrippelle non vengano in maniera soddisfacente (succede anzi
frequentemente che vadano distrutte): il fatto e’ dovuto proprio al mancato
raggiungimento da parte della padellina della corretta temperatura e del giusto
grado di untuosità sul fondo, due fattori decisivi affinché’ la scrippella si
condensi rapidamente una volta che il liquido viene a contatto con la
padellina, senza però rimanervi attaccata.
Per ungere il fondo della padellina, usate un tovagliolo
di carta delicatamente imbevuuto in olio (d’oliva o di semi), strofinandolo sul
fondo della padellina. Ripetete l’operazione a ogni mestolata che calate. Per
girare la scrippella, i piu’ abili dovrebbe farla roteare in aria con movimento
polsiforme.
Il ragù:
il ragù per il timballo abruzzese prevede l’utilizzo di spuntature di maiale e
macinato misto di vitello e maiale. Attenendoci alle suddette quattro porzioni,
vi occorrono mezzo chilo di macinato, 6 spuntature di maiale e 750ml di salsa
di pomodoro.
Io dapprima rosolo le spuntature sul fondo del pentolone
di riferimento, con poco olio ed uno spicchio d’aglio. Poi le tiro fuori,
aggiungo un trito di sedano-carota-cipolla e faccio rosolare aggiungendo poco
grasso (di solito burro e olio) e poi deglassando col vino bianco o rosso. A
questo punto, rimetto le spuntature, il macinato e faccio andare velocemente a
fuoco vivace. Dopo pochi minuti, calo la salsa di pomodoro, metto il sale e
lascio spippettare per almeno due
ore, aggiungendo acqua (poca) se necessario, e girando frequentemente per
evitare che si bruci.
Nel
sugo vanno aggiunte due uova intere precedentemente sbattute e una tazza
abbondante di latte. In fase di assemblaggio, tenete pronta una
mozzarella spezzettata e abbondante parmigiano grattuggiato.
Assemblaggio
finale: Imburrate una teglia e foderatela con le scrippelle in
modo da coprire anche i bordi. Versate uno staro leggero si sugo e aggiungete
poca mozzarella e parmigiano. Procedete quindi con un altro strato, fino a
raggiungere il colmo della teglia (un buon timballo esige almeno sei strati).
Quindi, chiudette tutto a fazzoletto, sciogliete qualche fiocco di burro sul
tetto del timballo e infornate a 170 gradi ventilato per circa un’ora.
Altre considerazioni sparse: il timballo abruzzese si
giova del riposa, al pari della cheesecake e della pasta e fagioli.
Addirittura, e’ favoloso il giorno dopo, taglito in cubetti e servito col
brodo.
Consiglio
del Sommelier: il timballo abruzzese e’ un piatto completo, ricco
si sapidita’, consistena, tendenza dolce, succulenza e cremosita’ va bene
quindi la bottiglia di Brunello di Montalcino delle grandi occasioni. Io ci ho
bevuto una bottiglia di vino nobile di Montepulciano, non d'abruzzo. E’ andata bene lo stesso, il tannino
ormai ammorbidito non ha litigato col formaggio e il pomodoro e il calore dei
suoi quindici gradi mi ha graziosamente inebriato dopo ogni sorsata.
In ogni caso,
mahlzeit!
Finalmente! Io sono di quelli che non usano latte per fare le scrippelle, ma è solo una questione di tradizione. Buona l'idea di mescolare latte e uovo nel sugo, ma consiglierei di farlo a freddo per evitare l'effetto uovo strapazzato. Per il ragù sostituirei le spuntature con delle fette di arista. Quale mozzarella usi? Quella fresca rischia di "cacciare" acqua; forse meglio quella asciutta che usiamo per l pizza, oppure la,scamorza leggermente stagionata. Comunque, complimenti! Questo è in assoluto uno dei piatti più strepitosi mai inventati. Ciao, Andy. Un abbraccio. Massimo
RispondiEliminaChe piatto incredibile! E per una stranissima combinazione passo di qua dopo una cena accompagnata proprio da un nobile di Montepulciano. Peccato però non averlo potuto abbinare a questo timballo :)
RispondiEliminagr 200 latte
RispondiEliminagr 400 latte
e l'acqua????????
renzo
quello teramano niente latte
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