Agnello con patate
Tempo di preparazione: 90 min.
Difficoltà: elevata/elaborata
Segreto:
demi-glace per la salsa
Dico agnello con patate
per essere deliberatamente minimalista, ma il titolo di questa ricetta potrebbe
essere qualcosa tipo “Agnello biologico alle erbe aromatiche con salsa
profumata alla menta e patatine croccanti al forno”: giusto così, per volare
basso, mi limito ad agnello con patate.
Della demi-glace si è detto a lungo: alla fine, è la via per estrarre e
concentrare il sapore dell’agnello. Ma andiamo con ordine.
Preparazione della carne (il giorno prima): ho preso un bel cosciotto di agnello biologico
dal macellaio di fiducia. L’ho inciso con il coltello buono e nelle fessure ho
inserito un trito di rosmarino e timo. Ho strusciato la carne con aglio e sale
grosso e poi l’ho immersa in una marinata di vino bianco (buono, non il
tavernellone andato a male che abita sul lavandino da mesi), del Chenin Blanc
sudafricano, un limone spremuto, un bicchiere di Brunello di Montalcino,
abbondante rosmarino e timo, bacche di ginepro, pepe nero in grani, aglio a
spicchi sbucciato. Ho messo la scodella con l’agnello sotto marinatura in frigo,
e ce l’ho lasciato una notte intera. Attenzione:
la marinata, quando è rimasta così a lungo a contatto con la carne cruda, va gettata via (è infatti oramai
una coltura batterica).
Prima cottura, con la pentola a pressione: prendete il cosciotto d’agnello, lavatelo e asciugatelo.
Con un nuovo trito di rosamrino e timo, ri-insaporitelo, salando e pepando a
piacere. Sul fondo della pentola a pressione, che in questa fase funziona come
una noramle padella non anti-aderente, sciogliete olio e burro in modcia
quantità insieme a qualche spicchio d’aglio sbucciato. Fatevi rosolare la carne
dell’agnello, avendo cura che si attacchi leggermente sul fondo. Proprio così: come ripetuto
abbondantemente, state creando un fondo bruno. Una volta che la carne
dell’agnello si sia rosolata per bene da tutti i lati, tiratela via e mettetela
momentaneamente da parte. Calate nella pentola sedano-carota-cipolla
abbondanti, tagliati grossolanamente, assieme ad un altro tocchetto di burro
(piccola nota d’inciso: so che alcuni talebani, sostenitori delle glorie dell’olio d’oliva- e hanno ragione, perché
l’olio d’oliva è glorioso- storcono
naso e bocca tutte le volte che -O mio Dio- il burro viene anche lo nominato. A
costoro, se ancora non lo sapessero, rivelerò un segreto: ogni volta che
andrete a deliziare il palato in qualche favoloso ristorante stellato, statene
certi, mangerete un sacco di burro).
Nessuno vi impedisce, tutte le volte che vien nominato il burro, di sostituirlo
con la parola olio d’oliva del contadino
a bassa acidità. Ma, per salomonica equità, c’è altro che dovreste sapere, in effetti: a
parità di quantità, l’olio d’oliva è più calorico del burro. 100 grammi di olio
d’oliva fanno 900 calorie, contro le sole 750 del burro. E un’altra cosa: la
cottura al burro, è più dolce, meno aggressiva, trasforma meno gli alimenti ed
è per questo ( soprattutto per il fegato, lo spazzino del corpo che ha a che
fare con tuti gli strani elementi che vengono ingeriti) più salutare.
Una volta de-pressurizzata
la pentola, mettete il vostro cosciotto d’agnello in forno, così com’è: questa
fase completerà la cottura, lasciandolo succoso e saporito all’interno ma
croccante e caramellizzato fuori.
Con la demi-glace di agnello, preparate la
super-salsa. Per prima di cosa, filtrate e poi rimettete in pentola, facendo
ritirar per circa la metà. Controllate sempre di sale, tenendo a mente che
state creando qualcosa di super-concentrato che all’inizio potrebbe sembrare
sciapo ma che con il ridursi ella demi-glace salirà di sapidità. Nel frattempo,
in un pentolino anti-aderente, sciogliete una noce di burro (stavolta niente deroghe) e aromatizzate con aglio e
menta, a fuoco dolcissimo e lungamente. Poi, calate due cucchiai di farina e
addensatela, fino a che non si scurisca leggermente (destrinizzazione). State
creando un roux, il legante grasso
della vostra besciamella al sugo di agnello biologico profumata alla menta. Versate
quindi la demi-glace ritiratasi pe la metà nel roux e fate andare fino a raggiungere la consistenza desiderata
(c’è chi la vuole besciamellosa, chi
invece un po’ liquida. Io all’una e tre
quarti mi sono servito, stanco di aspettare la ritirata del jus de viande, affamato e con la
palpebra tremolante).
Per le patate croccanti: so che è da ignoranti definire qualcosa con la
parola stessa, ma la patata al forno è la patata al forno. Se volete quindi che la
patata venga croccante, nella teglia dovete metterci solo patate. Soprattutto, niente carne, che liberano i suoi
liquidi, andrà sì ad insaporire la patata, ma ne comprometterà la croccantezza.
Coi liquidi della carne, mi pare di essere stato chiaro cosa dobbiate farne.
Quindi pelate le patate e mettetele a
mollo in acqua fredda. In questo modo laverete via la componente amilacea di
superficie- preziosa in altre preparazioni per conferire cremosità- facilitando
il processo di croccantizzazione. Asciugatele bene, tagliatele come preferite e
mettetele nella teglia. Salate e lasciate riposare: richiamando liquidi, il
sale finirà con lo sciogliersi e col penetrare all’interno della patata,
salandola globalmente. A questo punto, potete usare il vostro olio extra di
riferimento, mescolando le patate con le mani, in modo tale che si ricoprano
interamente col succo di oliva. Aggiungete aglio, rosmarino e timo e infornate
a 200° in forno già caldo e ventilato.
Servite il vostro agnello
condito con un po’ di salsa, lasciandone il resto in una salsiera e invitando i
vostri ospiti a servirsene liberamente. Sarà un successone.
Consiglio del Sommelier: con il mio coscio d‘agnello biologico alle erbe
con salsa profumata alla menta e patatine croccanti ho largheggiato, bevendo
una bottiglia di Brunello di Montalcino dei Tenimenti Angelini del 2009. Eccellente,
ci trovate dentro tutta la selleria e il banchetto delle spezie, per una
esperienza sensoriale totale.
Buona Pasquetta a tutti!
Buongiorno Andy!
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